Garbagna – Informazioni generali

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Garbagna veduta aereaGarbagna è un comune agricolo e commerciale, principale centro della Val Grue. Presso il capoluogo convergono diverse valli laterali percorse dai vari rami del Grue che qui formano la valle principale. A sud e a ovest il confine del territorio comunale è prevalentemente tracciato dalla linea di spartiacque tra le valli del Curone e del Borbera. Un traforo di 300 metri collega le valli del Grue e del Borbera. Il capoluogo presenta le caratteristiche tipiche dell’architettura dei borghi liguri con una scenografica piazza al centro. Nei boschi circostanti il comune sono particolarmente abbondanti le castagne e i funghi. Fa parte della Comunità Montana Valli Curone, Grue ed Ossona.

L’architettura del centro storico richiama alla mente i borghi liguri: alte case addossate le une alle altre, vie caratteristiche, archi, portali scolpiti, qualche palazzo, come quello dei Fieschi-Alvigini, quello dei Cervini e quello dei Doria, dove risiedeva il Commissario del Feudatario, nella bella Piazza Doria. Qui al centro, sotto ad un antico arco di pietra, si apre un pozzo pubblico.

A lato della Chiesa Parrocchiale, però, si trova la piazza più antica, più nota come “a piassa da l’urmu”, la ‘piazza dell’olmo’, dove un tempo sorgeva un un olmo secolare, testimone di tanta storia paesana.
Era proprio in “platea sub ulmo” – come si legge negli antichi statuti medievali – che si sottoscrivevano accordi, si concedevano investiture e si facevano transazioni.
Esiste ancora sul posto un’enorme pietra scura, la pietra del banco di giustizia, che in paese chiamano “a prega da l’urmu” (la pietra dell’olmo), dalla quale, secondo una tradizione, venivano pronunciate pubblicamente le sentenze, o, più semplicemente, essa sarebbe servita da pedana per il banditore che, seguendo un preciso rituale, dava lettura dei bandi e delle decisioni del feudatario o del suo commissario.
Ancora ai primi del Novecento, i carradori del paese si servivano di quella storica pietra per modellare i cerchi delle ruote dei carri, come sarebbe riscontrabile dai segni lasciati sulla pietra stessa.

La Chiesa, dedicata a San Giovanni Battista, è il rifacimento settecentesco della primitiva pieve romanica dell’XI secolo. All’interno sono contenute pregevoli opere, quali un Crocifisso professionale ed una Madonna lignea, attribuiti al Maragliano ed accanto ad un organo moderno, se ne conserva un altro del Seicento (il più antico della Diocesi Tortonese), un autentico gioiello dell’arte organaria italiana. L’Archivio Parrocchiale vanta un fondo pergamene e libri antichi di inaspettata ricchezza, che vanno dal X al XV secolo, oltre ad un raro messale del VII-VIII secolo. Addossata alla chiesa si nota ancora la base romanica del primitivo campanile lesionata dal terremoto del 1828 e ricostruito successivamente dall’altro lato dell’edificio.

oratorio di San RoccoSu Piazza Doria prospetta, invece, l’Oratorio di San Rocco, che sulla facciata porta, ormai cancellati dal tempo, gli affreschi attribuiti al Carlone.È questa la sede di un’attiva confraternita, con la cappa rossa, che in paese organizza raduni di istituzioni consorelle con i loro artistici e colossali crocifissi professionali.

A dominio del paese sorgono i resti imponenti del Castello, un austero maniero medievale a torre quadrata che, come gli altri nella valle, decadde dopo l’introduzione della polvere da sparo.
Già nel XV secolo il Castello portava evidenti segni d’abbandono e rovina, come si rileva in una relazione del 1479. Esso, infatti, appariva “in tanto debole essere che non se poteria dire pegio, et la torre è apena mezo levata (quindi quasi diroccata), et fortificata de fori de uno stechatello de ligno che ogni minima spingarda inimica la butterà giuso…”, mentre i deputati alla guardia “hanno un poco de pane et niente de vino, né munitione alcuna, salvo che circa cento ferri da saetami et loro balestre et armature”.
Oggi è stato ripulito ed illuminato e rappresenta una bella passeggiata dal paese.

A monte del paese, in località Lago di Feiga, sorge il Santuario della Madonna del Lago , la cui costruzione ci riporta ai tempi inquieti delle lotte tra Guelfi e Ghibellini.
Proprio in quegli anni (era il 1341), infatti, la Madonna, apparendo ad una pastorella muta dalla nascita, avrebbe assicurato alla popolazione una pace duratura se fosse stata eretta una chiesa in suo onore.
La ragazza scese in paese ad annunciare il desiderio della Madonna: il fatto che avesse acquistato improvvisamente l’uso della parola fu considerato un miracolo, e quel messaggio fu ritenuto un’espressione della volontà divina.Così si pose mano alla costruzione di una cappella e come per miracolo ritornò la pace.
La cappella divenne, quindi, meta di pellegrinaggi nei venerdì del mese di Maggio (la festa principale avviene il terzo venerdì, con una grandiosa processione). Nel secolo scorso, accanto all’antica cappella, venne eretta una chiesa nuova, più ampia, grazie soprattutto al contributo dei garbagnoli emigrati in America.

Oggi il paese è rinomato per l’artigianato del mobile, l’antiquariato, la gastronomia e la frutticoltura.

ciliege

Tra la frutta poniamo la Ciliegia “Bella di Garbagna” che è stata insignita del Presidio Slow Food.
In ultimo ricordiamo che di grande richiamo turistico sono a Giugno la Sagra delle Ciliegie ed a Ottobre quella delle Castagne.
(si ringrazia la Comunità montana valli Curone,Grue e Ossona)

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